Piattella Hash: cos’è e come si prepara

Una nuova tendenza ha travolto la comunità della cannabis: il Piattella hash. Questo gustoso estratto senza solventi ha fatto furore tra i consumatori di hashish; molti, infatti, lo ritengono il miglior hashish in commercio.

Cos’è il Piattella hash?

Il Piattella (o Piatella) hash è un tipo di hashish che sta guadagnando sempre più favori tra gli appassionati di cannabis. Senza ricorrere al tradizionale metodo di stagionatura, il Piattella è realizzato con un processo di lavorazione unico, incentrato sulla conservazione della freschezza dei tricomi.

Piatella o Piattella?

Il suo nome deriva dalla parola italiana “piatto”, per un motivo che sarà più chiaro quando ci addentreremo nella descrizione del procedimento di estrazione. In italiano, Piattella si scrive con doppia T per ragioni grammaticali e fonetiche, mentre in inglese e in altre lingue si tende a tralasciare la seconda T e si parla più spesso di “Piatella hash”.

Piattella hash o Piattella rosin?

Il Piattella hash è diverso dal Piattella rosin, nonostante quanto comunemente ritenuto. A differenza del rosin, che è prodotto applicando calore e pressione, il Piattella hash ha una diversa lavorazione. È prodotto con bubble hash, di altissima qualità, ricavato a sua volta da materiale vegetale fresco e congelato, che viene successivamente sottoposto a stagionatura a freddo fino a raggiungere una densità simile a quella del burro. Questa tecnica intensifica i sapori e permette di raggiungere una consistenza caratteristica, che consente agli appassionati di consumare hashish di alta qualità come mai prima d’ora.

Da dove si ricava il Piattella hash?

Zio dell’Uncle’s Farm Cannabis Social Club di Barcellona, in Spagna, è l’artefice del procedimento di lavorazione che consente di ottenere il Piattella hash. Per produrre il suo hashish innovativo, Zio ha sperimentato un full-melt bubble hush di prima qualità proveniente dalle famose aziende di coltivazione La Sagrada Farms e Slite 23.

Zio sapeva che la stagionatura può influenzare notevolmente il gusto, la potenza e la densità del prodotto finale. Ha quindi deciso di testare il prodotto a varie temperature, osservando per ciascuna i relativi risultati. Ha quindi utilizzato una tecnica non nuova nel mondo dell’hashish: la stagionatura a freddo, che consiste nel sottoporre l’hashish a una temperatura da 4 a 10°C.

Poiché l’esposizione al calore e all’ossidazione può portare alla degradazione del contenuto di terpeni e cannabinoidi, l’utilizzo di una polimerizzazione a freddo permette al bubble hash di acquisire naturalmente una consistenza liscia e cremosa, senza essere esposto agli agenti ambientali. Zio ha infatti scoperto che il processo di stagionatura a freddo determina un profilo di terpeni e cannabinoidi superiore nel prodotto finale, migliorandone costantemente le proprietà organolettiche rispetto allo stato originale. Nella nostra intervista Zio ha precisato:

“La lavorazione di Piattella non è questione di semplice tecnica; avendo piena cognizione del processo di ossidazione, si tratta di esaltare al massimo le proprietà organolettiche del prodotto e di conservarlo con un processo di stagionatura a freddo”.

Una volta racchiuso in un ambiente ermetico e posto in un contenitore sigillato sottovuoto, il bubble hash inizierà naturalmente a essudare, acquisendo così quella densità burrosa desiderata per ottenerne l’estratto. Grazie alla sua particolare consistenza, il Piattella è straordinariamente facile da manipolare e lavorare, esaltando così un ampio spettro di terpeni, che altrimenti potrebbero passare inosservati a tutto beneficio degli intenditori.

Cosa rende unico il Piattella hash?

Uno degli aspetti più importanti di qualsiasi prodotto a base di cannabis è il processo di stagionatura, che rende unico il prodotto finale. L’ossidazione deve essere ridotta il più possibile pur essendo inevitabile nel tempo. Si sconsiglia, pertanto, la stagionatura all’aria aperta, perché il prodotto può ossidarsi rapidamente, con conseguente degradazione del contenuto di cannabinoidi e terpeni e acquisizione di un colore più scuro nel prodotto finale.

Il Piattella si distingue quindi dagli altri tipi di hashish per il suo esclusivo processo di stagionatura a freddo che riduce il tasso di ossidazione, mantenendo così il suo colore chiaro. Questo processo ha anche contribuito ad aumentare la sua popolarità, in quanto stabilizza il Piattella a tal punto da prolungarne la durata di conservazione.

La caratteristica unica del Piattella risiede nel suo processo di lavorazione, che prevede un’ossidazione controllata, tale da determinare una mutazione rispetto all’hashish originale realizzato con materiale vegetale fresco e congelato. Il congelamento dell’intera pianta subito dopo il raccolto aiuta a minimizzare l’ossidazione e a preservare la ricchezza di terpeni e tricomi.

Come si prepara il Piattella hash?

Sebbene il processo di lavorazione possa variare da un produttore all’altro, noi di Sensi Seeds abbiamo sviluppato la nostra personale interpretazione del Piattella hash e riteniamo che la sua lavorazione richieda pratica e pazienza. Vi invitiamo a sperimentare il nostro metodo, che descriviamo qui di seguito, e a divertirvi durante le varie fasi!

  1. Per produrre il Piattella hash è fondamentale utilizzare un full-melt bubble hash di prima qualità, estratto da materiale vegetale congelato fresco. Questo approccio contribuisce a massimizzarne le proprietà organolettiche.
  2. Mettete il bubble hash in un sacchetto per sottovuoto e rimuovete con cura tutta l’aria con l’apposito aspiratore, avendo cura di comprimere l’hashish durante l’aspirazione: il Piattella hash, come si è detto, prende il nome proprio dalla forma piatta che il prodotto finale assume. In alternativa, avvolgere l’hashish in una pellicola di cellophane.
  3. Conservate l’hashish in un contenitore ermetico, lontano da fonti di calore e luce. In questo modo l’hashish si scioglierà naturalmente senza alcuna influenza dell’ambiente esterno, mantenendo un colore chiaro e la consistenza finale desiderata.
  4. Durante il processo di stagionatura a freddo è fondamentale conservare l’hashish sottovuoto per un periodo prolungato, finché l’ossidazione/mutazione non sarà completa e la densità sarà simile a quella del burro. Una temperatura tra i 4 e i 10°C, senza sbalzi termici, è fondamentale per prevenire la degradazione e preservarne la consistenza. In questo caso è essenziale attendere con pazienza per ottenere i risultati desiderati.

Come si consuma il Piattella hash?

Come la maggior parte dei concentrati di cannabis, esistono varie forme di consumo. È possibile mescolare il Piattella hash a uno spinello. In alternativa, per godere appieno dei ricco profilo terpenico, consumarlo con un dab rig o un vaporizzatore (consigliamo Peak Pro di Puffco): entrambi permettono infatti di massimizzare il gusto del concentrato!

Il Piattella è l’inizio della rivoluzione dell’hashish?

In una recente intervista Serge Damirjian, CEO delle banche di semi Fiore e Serge Cannabis, ha espresso il suo parere sulla crescente domanda di Piattella hash, che potrà impattare significativamente sull’industria della cannabis.

“Il Piattella hash è la tendenza emergente dei prossimi anni nell’industria della cannabis. È un prodotto apprezzato dalla nostra comunità, che ha anche avuto un seguito incredibile fra gli intenditori di hashish.” 

La lavorazione della Piattella abbina la tecnologia moderna alle tecniche tradizionali di lavorazione dell’hashish per un’esperienza allettante per molti consumatori, anche sul piano estetico.

Uno dei motivi per cui i consumatori sono attratti dal Piattella hash è la sua praticità e la lunga durata di conservazione, grazie al processo di stagionatura a freddo. L’alto contenuto di terpeni contribuisce in modo significativo alla sua crescente popolarità; inoltre, la notevole maneggevolezza lo rende un prodotto innovativo e promettente per l’industria della cannabis. L’introduzione di prodotti sempre nuovi e rivoluzionari suscita sempre entusiasmo in questo settore e il Piattella potrebbe essere solo l’inizio di una vera e propria rivoluzione dell’hashish.

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    Mark Smith

    Mark Smith è un sostenitore inglese della cannabis che vive nei Paesi Bassi. Ha lavorato in tutto il mondo nel settore della cannabis per oltre 10 anni, dal Canada alla Spagna e alle aziende californiane produttrici di cannabis. Ha seguito la sua passione per la cannabis in quasi tutti i continenti, attualmente si dedica alla divulgazione come scrittore presso Sensi Seeds ad Amsterdam.
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